«Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra» (Sal 121 [120], 2).
Chi nella vita, non ha sentito talvolta di non farcela?
Lo sperimenta anche l'autore del salmo 121, che attraversa circostanze difficili e si domanda da dove può venirgli l'aiuto di cui ha bisogno.
La risposta è l'affermazione della sua fede in Dio, nel quale confida. La convinzione con la quale parla del Signore, che veglia e prot egge ciascuno e tutto il popolo, esprime una certezza che sembra nascere da una profonda esperienza personale.
«Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra».
Il resto del salmo, in effetti, è l'annuncio di un Dio potente e amoroso, che ha creato tutto ciò che esiste e lo custodisce giorno e notte. Il Signore “non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode” 1, afferma il salmista, desideroso di persuadere chi legge.
Avvolto dalle difficoltà, l’autore ha alzato gli occhiocchi2, ha cercato un appiglio fuori e oltre il suo ambito più immediato ed ha trovato una risposta.
Ha sperimentato che l'aiuto viene da colui che ha pensato e ha dato vita ad ogni creatura, continua a sostenerla, in ogni momento, e non l'abbandona mai mai3. Crede fermamente in questo Dio che veglia giorno e notte su tutto il popolo è "il custode d'Israele" 4 al punto che non può fare a meno di comunicarlo agli altri.
"Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra».
Nei momenti di incertezza, angoscia e sospensione afferma Chiara Lubich « Dio vuole che noi crediamo al suo amore e ci domanda un atto di fiducia: (…) vuole che approfittiamo di queste circostanze penose per dimostrargli che crediamo al suo amore. E ciò significa: aver fede che lui ci è Padre e pensa a noi. Gettare in lui ogni nostra preoccupazione. Caricarla su di lui » 5
Ma in che modo l'aiuto che viene da Dio arriva a ciascuno di noi?
La Scrittura narra molti episodi nei quali questo si concretizza attraverso l'agire di uomini e donne, come Mosè, Elia, Eliseo o Ester, chiamati ad essere strumenti della sollecitudine divina per il popolo o per qualche persona in particolare.
Anche noi, se "alziamo lo sguardo", riconosceremo l'azione di persone che, consapevolmente o no, vengono in nostro soccorso, saremo grati a Dio dal quale viene, in ultima istanza, ogni bene (Lui ha creato il cuore di ciascuno) e potremo testimoniarlo agli altri.
Certamente è difficile rendersene conto se siamo chiusi in noi stessi e, nei momenti difficili pensiamo a come possiamo venirne a capo con le sole nostre forze.
Quando invece ci apriamo, guardiamo attorno a noi e alziamo gli occhi, scopriamo anche che possiamo essere noi strumenti di Dio che provv ede ai suoi figli. Avvertiamo le necessità altrui e possiamo essere un aiuto prezioso per gli altri.
«Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra».
Racconta Roger, dalla Costa Rica. "Un sacerdote che conoscevo mi ha fatto sapere che sarebbe passata da me una persona a raccogliere dei pannolini per adulti che col gruppo solidale del quale faccio parte gli avevamo messo a disposizione, sapendo che un suo parrocchiano ne aveva bisogno. Mentre lo aspettavo, ho visto passare davanti a casa una vicina che stava vivendo una situazione molto difficile, e le ho dato le ultime sette uova che avevo, insieme ad altri alimenti. Ne è stata sorpresa, perché non aveva nulla da mangiare per lei, suo marito e i suoi figli. Le ho ricordato l'invito di Ge sù «chiedete e vi sarà dato» ( Mt , 7,7), sottolineando che lui è premuroso verso le nostre necessità. È tornata a casa felice e grata a Dio.
Nel pomeriggio è arrivata la persona mandata dal sacerdote. Gli ho offerto un caffè.
Faceva il camionista e, chiacc hierando, gli ho domandato che cosa trasportasse. «Uova», mi ha risposto, e me ne ha voluto regalare trentadue".
A cura di Silvano Malini e del team della Parola di Vita
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1 Sal 121 [120], 3.
2 Cf Id., versetto 1.
3 Cf Id., v. 8.
4 Id., v. 4.
5 C. Lubich, Conversazioni, Roma 2019, p. 279.