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Nel centenario di Chiara Lubich

Per ricordare il centenario di Chiara Lubich è andato in onda su Teleticino un ricordo della fondatrice dei Focolari accompagnato dal racconto di tre membri del Movimento dei Focolari in Ticino.Ringraziando Caritas Ticino Rivista riportiamo integralmente l'articolo correlato di Dante Balbo.

Chiara Lubich, profeta del nostro tempo, ha intuito l’importanza della formazione dei bambini fin da piccoli alla cultura dell’amore, il ruolo centrale della famiglia e lo spazio di un’economia sana, per cambiare il mondo e i rapporti umani.

I focolarini sono riusciti a coniugare perfettamen­te gli insegnamenti di Gesù e di Chiara Lubich con ciò che viviamo nel mondo e questo credo sia il segreto della loro felicità.” 

A dire queste parole è Federico Crivelli, figlio d’arte per così dire, perché fin dall’utero materno è stato immerso nel carisma del Movimento dei focolari, dove i suoi genitori si sono incontrati e hanno fatto famiglia. Lo ha raccontato alle telecamere di Caritas Ticino, per testimoniare quanto aveva detto durante una serata dedicata alla memoria della fondatrice Chiara Lubich, che si è svolta il 21 gennaio scorso. Un giovane concreto, studente che ha fatto una vacanza estiva, ma non sulle spiagge o fra le cime dei monti di qualche paese esotico, bensì in Albania in compagnia di altri come lui, giovani svizzeri e locali, per scoprire se era davvero possibile trovare un ideale di unità pur nelle mille diversità.

L’unità non è qualcosa che si ottiene nascondendo i conflitti, facendo finta che non esistano, ma ascoltandosi, perdonandosi, riconoscendosi, imparando a camminare insieme. ”All’inizio eravamo su due fronti opposti, alla fine inseparabili e quando l’esperienza è finita ero triste.” 

L’esempio di Federico è collocato in un percorso che coinvolge dalla prima infanzia all’età adulta, con una molteplicità di occasioni di crescita, come ci conferma Prisca Bianchi, che nel focolare ha trovato casa. Ha incontrato l’esperienza dei focolarini cercando una risposta di profondità al suo bisogno di crescere nella fede ed è diventata Volontaria di Dio, espressione del Movimento dei focolari nel mondo che raccoglie donne e uomini di tutte le età, nazionalità, condizioni, legati da un unico vincolo, quello della fraternità universale. Due sono le sponde del suo percorso: Gesù in mezzo, in un cammino di condivisione comunitaria che coinvolge famiglia, professione, amicizie, tempo libero, ideali, servizio volontario e impegno economico; Gesù abbandonato, nella comunione con il Figlio di Dio che rende possibile affrontare ogni crisi, ogni sventura disperante, ogni croce schiacciante.

Tutto è nato in uno dei momenti più bui del secolo scorso, quando la seconda guerra mondiale, la persecuzione razziale, la povertà estrema segnavano l’umanità d’Occidente. In questo contesto una giovane trentina e le sue compagne iniziarono a porre momenti di fraternità, di scambio virtuoso, in cui l’offerta del poco che avevano era compensata dalla Provvidenza che non faceva mancare nulla. Era Chiara Lubich, profeta del nostro tempo che ha intuito molte cose, come l’importanza della formazione dei bambini fin da piccoli alla cultura dell’amore, il ruolo centrale della famiglia e lo spazio di un’economia sana, per cambiare il mondo e i rapporti umani che nel Movimento prese il nome di Economia di comunione.

“Ho potuto vedere su un palco un direttore di banca e un venditore di mango, tutti e due capaci di concepire una economia diversa in cui il dono non è un atto di filantropia ma il modo di essere che restituisce dignità al lavoro e alla persona e diffonde concretamente la logica evangelica.” A raccontare questa esperienza è Eveline Moggi, che ha riscoperto il Movi­mento in un’area imprevedibile come le Filippine, dove proprio la povertà radicale esaltava l’arte cristiana del dono, facendola innamorare di nuovo di un cammino che aveva abbandonato da adolescente.

Queste sono le testimonianze con le quali Caritas Ticino ha voluto onorare l’anniversario di una credente straordinaria, ma molte altre ne avremmo potute trovare anzi, nel corso degli anni ne abbiamo tra­smesse, anche dal nostro osservatorio multimediale, perché, come ebbe a scrivere S. Tommaso d’Aquino, l’amore è per natura diffusivo di sé.