di Luigino Bruni - Roma
Sono davvero intristito, indignato e turbato dalla frase della nostra Presidente Giorgia Meloni, che per giustificare l'obbedienza alla Nato/US, ha citato una frase marziale romana: 'si vis pacem, para bellum''. Una frase antica, che si ritrova formulata in modo esplicito in un trattato sull'arte militare di Publio Flavio Vegezio Renato, del V secolo d.c.
Come se, mentre Publio Flavio scriveva quel motto, non stesse crollando quell'impero romano anche sotto l'impulso e la mite rivoluzione del cristianesimo, fondata su 'la pace sia con voi'. Come se non avessimo imparato, con il linguaggio e la disciplina del dolore immenso e del sangue, che l'unico modo per sperare nella pace è costruire la pace - nelle parole, nel cuore, nei corsi scolastici, nelle costituzioni, nella gestione dei conflitti.
Il fascino degli imperi passati e grandi lo abbiamo sempre subito, e abbiamo pagato prezzi carissimi a queste nostalgie sbagliate. La terra promessa della pace sta solo davanti a noi, dietro c'è poco da imitare.
Carissima Giorgia, voglio credere che eri in buona fede, e che questa frase sia tra quelle, pessime, che spesso ti consigliano i tuoi consulenti che non brillano per talento e cultura. Cerca di smentirla, non fa onore a te, al bel Paese che rappresenti, ai poveri, alle vittime delle guerre, al tuo amico Francesco. Si può dire una frase infelice: ma occorre riconoscere l'errore. E poi agire di conseguenza.