di Federico Anzini
È un soffio misterioso, invisibile, potente. Lo Spirito Santo, celebrato nella festa cristiana della Pentecoste, ha il potere di trasformare il dolore in amore, la disperazione in speranza, la solitudine in comunione. Un esempio luminoso e attualissimo arriva dalla testimonianza di Sabrina Cremona di Arosio, sposata dal 1994 con Massimo e mamma di cinque figli, focolarina sposata consacrata* del Movimento dei Focolari.
«Ho conosciuto il Movimento attraverso la rivista "Città nuova" e grazie al nostro parroco», racconta Sabrina. «Ho sentito che Gesù mi chiamava a seguirlo nella vocazione di focolarina sposata consacrata». Una vocazione che Chiara Lubich, fondatrice del Movimento, definiva come «vivere la volontà di Dio nell’attimo presente», un percorso fatto di continui sì alla vita e a Dio, anche nei momenti più dolorosi.
La Pentecoste, infatti, non è solo memoria di un evento passato, ma un continuo rivivere l’esperienza degli Apostoli: essere invasi da un amore così forte da superare ogni barriera umana. Sabrina lo ha vissuto concretamente quando, il 26 luglio 2024, il figlio Filippo, appena ventiquattrenne, è morto tragicamente sul lavoro. «Era un ragazzo gioioso, intraprendente, amava la natura», ricorda la mamma.
In un dolore così immenso, Sabrina ha saputo scorgere un appello più profondo, proprio quello di «Gesù Crocifisso e Abbandonato» caro a Chiara Lubich: «Ho cercato di riaffidarmi all’amore di Dio, credendo che se permetteva questo terribile incidente, era l’espressione di un Amore più grande per tutti». La Pentecoste diventa qui un’esperienza tangibile, quotidiana, che manifesta la presenza concreta dello Spirito attraverso la comunità: «Siamo stati travolti da un mare di amore, fatto di vicinanza, preghiere e Messe celebrate in tutto il mondo».
In quei giorni, si stava preparando il Genfest in Brasile, raduno mondiale di giovani legati al Movimento dei Focolari, a cui Filippo era stato vicino fin da bambino. Una coincidenza provvidenziale, segno evidente che «Filippo è stato accompagnato in Cielo dalla preghiera di tanti», un sostegno capace di trasformare il dolore della perdita in una nuova consapevolezza di comunione fra cielo e terra, «dono dello Spirito Santo».
Chiara Lubich scriveva: «Lo Spirito Santo è l’amore reciproco tra il Padre e il Figlio. È l’amore che ci fa vivere da fratelli e ci spinge a costruire unità». Questo amore, vivo e concreto, si rivela proprio nei momenti più bui e dolorosi, mostrando la sua forza nella vita ordinaria delle persone, come Sabrina e la sua famiglia, che hanno scoperto una nuova via per vivere insieme «nella pace e nella gioia».
La Pentecoste, quindi, non è una celebrazione nostalgica, ma un richiamo costante a lasciarci trasformare dal soffio dello Spirito Santo. È una chiamata quotidiana, che Sabrina ci testimonia con forza e autenticità, ricordandoci che anche il dolore, se affidato a Dio, può diventare sorgente di un amore capace di rinnovare ogni cuore.
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* I focolarini sposati consacrati del Movimento dei Focolari sono persone che, pur vivendo pienamente la loro vocazione matrimoniale e familiare, scelgono di consacrarsi a Dio con un impegno spirituale radicale. È una forma di vita nata all’interno del Movimento, resa visibile in modo particolare grazie a Igino Giordani, il primo laico sposato ad aver vissuto questa chiamata. La sua esperienza ha mostrato che anche chi è sposato può vivere una consacrazione profonda senza abbandonare la propria famiglia.
Questi focolarini condividono la vita del focolare con altri membri – laici celibi o nubili – e portano la ricchezza della loro esperienza di coppia e di famiglia nella comunità. Fanno delle promesse di povertà, castità coniugale e obbedienza, che non negano la loro vita coniugale, ma la vivificano, rendendola segno dell’amore di Dio.
La consacrazione può essere vissuta anche da uno solo dei due coniugi, sempre in spirito di rispetto e armonia familiare. Il loro impegno quotidiano si svolge nel lavoro, nella famiglia e nella società, ma con uno stile di vita ispirato al Vangelo, ponendo al centro l’unità e l’amore reciproco.
È una vocazione ancora poco conosciuta, ma significativa, perché mostra che santità e matrimonio non sono in contrasto, anzi possono sostenersi a vicenda nel vivere il Vangelo nel cuore del mondo.