Chi è Ciro ?
Nato a Pescara nel 1947, Roberto Cipollone (Ciro) trascorse l’infanzia attorno alla fonderia artigianale di suo padre, dove apprese i rudimenti del lavorare con ferro e bronzo.
L’idea di creare un laboratorio basato sullo stampo medievale è nata a Loppiano nel 1982, dopo aver contribuito, dal 1977, alla nascita e allo sviluppo di un laboratorio artigianale per la lavorazione del legno artistico. In quel contesto, Ciro inizia la creazione di opere che portano già l’inconfondibile segno del suo stile.
“Saper guardare” è forse il primo atto creativo per Ciro. È ciò che gli permette di vedere la bellezza che lo circonda, anche se spesso nascosta dietro le apparenze del decadimento.
Guidato da un profondo amore per la natura e da una forte tensione spirituale, cerca di cogliere ogni opportunità per esprimere questo essere nei suoi artefatti. Il rispetto per il materiale usato e la sua storia suggeriscono che adotti lo pseudonimo di “Ciro”, che, oltre ad essere l’acronimo del suo cognome e nome, è legato al grande re persiano noto per il suo rispetto per il popolo.
“Il materiale utilizzato è una scelta chiara e ben orientata: deliberatamente non ha valore. Il suo valore è nascosto e cerco di dare storie umili non ancora raccontate all’oggetto” (Ciro).
Gli oggetti con i quali crea le sue composizioni sono i più svariati: legno, ferro, pietra, stoffa e altri oggetti di scarto che considera più ricchi di vita. Nell’arte di Ciro, infatti, si può leggere – non senza commozione – la sua intima stima per il lavoro manuale – ora svanito – del contadino e dell’artigiano: lavoro che non escludeva un umile tributo anche alla bellezza.
Le sue opere, sin dall’inizio, sono molto apprezzate sia in Italia che all’estero. Dal 1982 ha creato mostre personali e collettive in Italia e in quasi tutti i paesi europei, con episodi in alcuni luoghi del mondo come Cina, Giappone e Venezuela. Diverse gallerie ospitano permanentemente le composizioni di Ciro. In varie città è stato richiesto il contributo della sua arte come recupero dell’ambiente urbano e alcune reti televisive gli hanno dedicato rapporti monografici.
Ciro vive e lavora a Loppiano, stimolato da un ambiente culturale estremamente vario e fecondo, in cui egli stesso è un contributo prezioso e un punto di riferimento per molti.
È stata indubbiamente una bella esperienza specie se si considera che le opere di Ciro sono squarci di quotidianità scartata così come lui stesso le presenta :
“L’eccezionalità sta nel quotidiano. Questo è un aspetto della bellezza”, dice Ciro.
L’ispirazione delle sue opere la trova negli oggetti scartati, perché gli oggetti scartati hanno la vocazione di trasformarsi in qualcos’altro… Proprio ad essi l’artista vuole dare continuità nel tempo, una volta che la loro utilità sembra scomparsa. Ciro, con delicatezza e tenerezza, vuole salvare le cose che altrimenti non avrebbero la capacità di resistere da sole all’impatto del consumo.
In vari oggetti scartati l’artista intravede le figure e di esse compone le sue opere. Come spiega: il fatto che siano consumate le avvicina molto alla sensibilità della povertà.
“Vorrei che il materiale da me usato avesse il valore del pane e dell’acqua per chi ha fame e sete. Sono le cose più semplici, le più buone, le più adatte – nella loro essenzialità – a soddisfare in pieno un’esigenza così autentica” (Ciro).