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Grazie Emmaus !

di Irene Funghi - Avvenire 21.06.2023

Addio a Maria Voce, prima presidente dei Focolari dopo Chiara Lubich
Aveva 88 anni, si è spenta a Rocca di Papa, nella sua casa. La lettera di Margaret Karram, che l'ha seguita al vertice del Movimento

 

È forse uno dei momenti più delicati della storia di un movimento quello in cui l’eredità del fondatore deve essere traghettata verso un’epoca nuova, o, addirittura, verso un cambiamento d’epoca. Nel Movimento dei Focolari a curare questo passaggio è stata Maria Voce, presidente, dopo Chiara Lubich, dal 2008 al 2014. La testimone e guida fondamentale per i focolarini in quel momento storico, si è spenta venerdì, 20 giugno, all’età di 87 anni. Intorno a lei, ad accompagnarla nel fino all’ultimo, l’attuale presidente Margaret Karram e Jesús Morán, copresidente del Movimento nei primi sei anni del servizio di Maria Voce.
I funerali – si legge dal comunicato diffuso dopo la morte – si terranno lunedì alle 15 presso il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Roma) e verranno trasmessi in streaming sul sito www.live.focolare.org in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese.

Sinodalità, continuità e dialogo i tratti della sua presidenza, ma anche riforma, sguardo internazionale e rapporto profondo con la Chiesa e i Papi. Fin da subito sulla scelta del suo nome ha pesato il compito di unire sensibilità diverse, che sono sembrate, però, ricomporsi in breve: «Fu eletta dopo un lungo travaglio tra chi voleva una presidente scelta tra le prime compagne di Chiara e chi invece chiedeva un cambiamento generazionale. Prevalse, anche per l’intervento autorevolissimo di Pasquale Foresi, cofondatore del Movimento, proprio lei, che aveva conosciuto l’ideale dell’unità all’università di Roma sul finire degli anni ’50. In realtà non prevalse, perché ottenne alla fine, dopo il profondo discernimento nell’Assemblea, quasi l’unanimità dei voti dei delegati», racconta l’allora direttore di Città Nuova, Michele Zanzucchi.

Maria Voce diede quindi corpo alle riforme degli statuti generali del Movimento, di cui aveva curato l’aggiornamento, come esperta giurista, già tra il 2002 e il 2007. È grazie al suo lavoro che nei documenti del Focolari si parlò per la prima volta di dialogo con la cultura, con il mondo politico e il mondo economico e venne meglio definito l’inserimento delle persone delle diverse Chiese, di chi aveva un’altra fede religiosa e di chi, senza un riferimento religioso, voleva collaborare alla costruzione della fratellanza universale.
«Maria Voce passerà alla storia del Movimento non solo come la prima presidente della fase post-Chiara Lubich, ma anche come colei che ha mosso il primo passo innovativo-organizzativo del Movimento nell’era della post fondazione, in perfetta fedeltà creativa al carisma», afferma Jesús Morán.

Il suo lavoro collegiale nella segreteria generale del Movimento l’ha portata a mettere al centro una sinodalità capace di far percepire ad ognuno, poi, nei suoi due mandati da presidente, la necessità di far camminare il carisma sulle proprie gambe dopo la scomparsa della fondatrice: «Il nome “Emmaus”, ricevuto come programma di vita da Chiara, è diventato programma del suo governo – spiega Margaret Karram –: camminare insieme, fidandoci, nonostante le domande e le perplessità che possono sorgere lungo il cammino, della presenza di Dio in mezzo ai suoi».

Necessità questa che ha reso urgenti i suoi viaggi in tutti i continenti, per incontrare le comunità del Movimento sparse nel mondo e tessere contatti con personalità del mondo civile, ecclesiale, culturale, politico, ecumenico e interreligioso. Ne conseguì una riorganizzazione delle comunità dei Focolari con uno sguardo più internazionale. È con lei infatti che nei contesti dove unità, fratellanza e pace sembravano più urgenti, alcuni focolari sono stati distaccati per portare il proprio contributo alle società e alle Chiese locali. È il caso della Turchia, dove Maria Voce aveva già vissuto, tessendo rapporti a livello ecumenico con l’allora patriarca di Costantinopoli Demetrio I e numerosi metropoliti, come l’attuale patriarca Bartolomeo I, oltre ad esponenti di varie Chiese. Ma va ricordato anche il lavoro a Goma, capoluogo della regione del Nord Kivu in Repubblica Democratica del Congo, insanguinata da un guerra alimentata dall’accaparramento delle terre rare.

Non ultimo, nel solco della sinodalità, la distinse il tratto del servizio alla Chiesa. Fu con papa Benedetto XVI che nel 2008 intervenne al Sinodo dei vescovi su «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa», nel 2009 venne nominata Consultore del Pontificio Consiglio per i laici e nel 2011 Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Di Bergoglio, invece, da lei accolto a Loppiano nel 2018, aveva sempre affermato di sentirsi «sorella», forse per il compito che ebbe di «preparare il Movimento alla fase di inevitabile crisi che si profilava all’orizzonte e che papa Francesco ha identificato come una grande opportunità» dice di lei Morán.

«Seppe suscitare le prime strategie di fronte a problemi inediti quale il calo di “vocazione all’opera” e il parallelo invecchiamento dei quadri dirigenti, il primo emergere di qualche caso di abusi», aggiunge Zanzucchi.

«Quando andrò in Paradiso – aveva detto Maria Voce in una delle sue ultime interviste dedicate al Papa argentino – mi dirà: “Vieni sorella”. E io dirò: “Mi accoglie un padre, cosa voglio di più?”».

 

di MdF DACH

 

Maria Voce, prima presidente donna del Movimento dei Focolari dopo la fondatrice Chiara Lubich, è morta ieri all'età di 87 anni nella sua casa di Rocca di Papa, in provincia di Vicenza. Margaret Karram, l'attuale presidente, lo ha annunciato ieri sera a tutti i membri del Movimento dei Focolari nel mondo.

In una lettera, ha espresso la profonda tristezza causata dalla sua scomparsa e ha parlato del profondo legame fraterno e materno che aveva condiviso con Maria Voce. 

"Come prima presidente del Movimento dei Focolari dopo la nostra fondatrice, ha saputo gestire la difficile transizione della nostra opera dalla fase fondazionale a quella post-fondazionale con intelligenza, visione e la necessaria determinazione. È riuscita a coniugare la sua fedeltà al carisma dell'unità con il coraggio di affrontare le molteplici sfide di un movimento mondiale che opera a così tanti livelli della vita umana, sociale e istituzionale.

Il nome "Emmaus", che ricevette da Chiara Lubich come programma di vita, divenne anche un programma per la sua leadership: camminare insieme, sinodicamente uniti, e confidare nella presenza di Dio tra le persone, nonostante tutti gli interrogativi e le incertezze che possono sorgere lungo il cammino.

Quando le sono succeduto come Presidente del Movimento dei Focolari nel 2021, mi ha accompagnato, offrendomi i suoi saggi consigli con discrezione e riservatezza.

Oltre alla sua profonda conoscenza spirituale, teologica e giuridica, era dotata anche di profonda umanità e di un cuore generoso, e possedeva un senso dell'umorismo coinvolgente e sempre rispettoso. La sua grandezza umana e spirituale è stata apprezzata da una vasta gamma di personalità della vita religiosa e civile: da Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, dai principali esponenti delle diverse Chiese ai rappresentanti di altre religioni e culture.

Jesús Morán, che ha affiancato Maria Voce nei primi sei anni del suo ministero come co-presidente del Movimento dei Focolari, descrive la sua elezione come l'inizio di una nuova era per il Movimento dei Focolari. Scrive: 

Emmaus passerà alla storia del Movimento non solo come la prima presidente donna della fase post-fondazione dopo Chiara Lubich, ma anche come colei che ha compiuto il primo passo verso il rinnovamento organizzativo nel periodo post-fondazionale, in piena fedeltà creativa al carisma. Durante il suo primo mandato, quando l'assenza di Chiara si faceva sentire e avrebbe potuto portare allo scoraggiamento, viaggiò per il mondo per incoraggiare i membri e gli amici delle comunità dei Focolari nel loro impegno per un mondo più fraterno e solidale, in linea con il carisma della Fondatrice. Nel suo secondo mandato, iniziò a preparare il Movimento alla fase di inevitabile "crisi" che si profilava all'orizzonte, che Papa Francesco ha descritto come una grande opportunità. 

La grande stima di cui il Papa argentino nutriva per lei, e che egli sottolineava in ogni occasione, dimostra un'altra sua qualità: il suo legame con la Chiesa.

A Emmaus ho sempre ammirato la sua sobrietà, la sua libertà interiore, la sua determinazione e il suo giudizio, che beneficiavano di una formazione giuridica da lei interiorizzata."

I funerali avranno luogo lunedì prossimo, 23 giugno 2025, alle ore 15, presso il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Roma).

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