Parola di Vita - aprile 2023

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,2).

Erano appena nate le prime comunità cristiane e già sorgevano dei contrasti dovuti a false interpretazioni del messaggio evangelico. Paolo, che si trovava in prigione, viene a conoscenza di questi problemi a Colosse e così scrive a questa comunità.

Si può comprendere meglio la Parola di Vita di questo mese se viene letta all’interno del brano in cui si trova: «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!»[1].

Per superare questi contrasti, Paolo invita a rivolgere il nostro pensiero, tutto il nostro essere a Cristo che è risorto. Infatti nel battesimo, siamo anche noi morti e risorti in Cristo. Possiamo vivere “nel già e non ancora” questa vita nuova.

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra»

Ovviamente questa possibilità non è ottenuta una volta per sempre, ma va continuamente ricercata in un cammino impegnativo che dura l’intera esistenza. Significa puntare verso l’alto la nostra vita. Cristo ha portato infatti sulla terra la vita del cielo e la sua Pasqua è l’inizio della nuova creazione, di una umanità nuova. Sarebbe questa la logica conseguenza di chi sceglie di vivere il Vangelo: una scelta che cambia totalmente la nostra mentalità, rovescia l’ordine, le finalità che il mondo ci propone, ci libera dai condizionamenti facendoci sperimentare un mutamento radicale. In fondo Paolo non svaluta le “cose della terra” perché, da quando il cielo ha toccato la terra con l’Incarnazione del Figlio di Dio, tutto è stato rinnovato[2].

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra»

«Che cosa sono le “cose di lassù”?», scrive Chiara Lubich. «Quei valori che Gesù ha portato sulla terra e per i quali si distinguono i suoi seguaci. Sono l’amore, la concordia, la pace, il perdono, la correttezza, la purezza, l’onestà, la giustizia, ecc. Sono tutte quelle virtù e ricchezze che offre il Vangelo. Con esse e per esse i cristiani si mantengono nella loro realtà di risorti con Cristo. […]

E come si fa a tenere il cuore ancorato al cielo, vivendo in mezzo al mondo? Lasciandoci guidare dai pensieri e dai sentimenti di Gesù il cui sguardo interiore era sempre rivolto al Padre e la cui vita rifletteva in ogni istante la legge del Cielo che è legge d’amore»[3].

«Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra»

La presenza dei cristiani nel mondo si apre coraggiosamente alla vita nuova della Pasqua. Sono donne e uomini nuovi che non sono del mondo[4] ma che vivono nel mondo con tutte le difficoltà presenti. Così si diceva dei primi cristiani: «Dimorano sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. […] Come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani»[5].

La scelta coraggiosa e tutta evangelica di un operaio che decide di aiutare un suo collega appena licenziato, provoca a cascata una catena di gesti di fraternità mossi dalla sua testimonianza.

«In fabbrica hanno distribuito delle lettere di licenziamento una delle quali indirizzata a Giorgio. Conoscendo le sue precarie condizioni economiche lo invito a tornare con me nell’ufficio del personale: “Io sto meglio di lui – dichiaro –, mia moglie ha un lavoro. Licenziate piuttosto me”. Il capo promette di riesaminare il caso. Quando usciamo, Giorgio mi abbraccia commosso. Il fatto naturalmente passa di bocca in bocca e altri due operai, pressappoco nelle stesse mie condizioni, si offrono al posto di altri due licenziati. La direzione è costretta a un ripensamento sui metodi di scelta dei licenziamenti. Essendo venuto a conoscenza del fatto, il parroco lo racconta durante l’omelia della domenica, senza fare nomi. Il giorno dopo mi fa sapere che due studentesse sono andate a portargli tutti i loro risparmi per gli operai in difficoltà, dichiarando: “Anche noi vogliamo imitare il gesto di quell’operaio”» (B. S. – Brasile) [6].

A cura di
Patrizia Mazzola
e del team della Parola di vita

 

[1] Col 3,1-3.

[2] Cf. 2Cor 5,17: “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”.

[3] C. Lubich, Parola di Vita aprile 2001, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 640-641.

[4] Cf. Gv 15,18-21.

[5] A Diogneto 5,5-6,1, in I Padri Apostolici, a cura di A. Quacquarelli, Città Nuova, Roma 20012, pp. 356-357.

[6] Esperienza tratta dal sito www.focolare.org.


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