Un contributo nella settimana dell’unità dei Cristiani
L'ecumenismo, l'unione delle diverse Chiese, vive di contatti a diversi livelli e in molte forme diverse: Dal culto locale ai contatti tra i leader delle chiese, fino all’assemblea globale.
Un'importante piattaforma di incontro è stata l'Assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese a Karlsruhe. Come membro del Movimento dei Focolari, ho partecipato con gioia, perché il dialogo mi sta molto a cuore. In questo articolo, diversi partecipanti raccontano cosa li ha colpiti e cosa si sono portati via dall'evento per il futuro.
Martin Robra, della Chiesa luterana, ex-direttore del CEC di Ginevra: "I vivaci servizi di culto celebrati da diverse migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, sotto un’immensa tenda leggera sono stati il cuore pulsante dell'assemblea. Mi ha colpito l'impegno dei giovani per la giustizia climatica, per un'economia al servizio della vita e per la pace. Per loro era chiaro: non basta dire la cosa giusta. Dobbiamo farlo. Non abbiamo tempo da perdere.
M. Hoegger, pastore riformato, Losanna: "Ciò che ho trovato molto interessante a Karlsruhe è stato il tema: 'L'amore di Cristo conduce il mondo alla riconciliazione e all'unità'. È originale se collocato nella storia di queste assemblee. L'amore di Cristo, così centrale nella fede cristiana, mira proprio al cuore della fede: il Cristo risorto, che ci ama e ci chiama a essere strumenti di riconciliazione e di unità".
Hanitra Irène Raoelison, teologa riformata del Madagascar, residente a Ginevra: "Sono rimasta impressionata dalla "Chiesa di Cristo colorata", dove l'Alleluia era cantato in ritmi diversi e Dio era adorato in molti modi: giorno dopo giorno, abbiamo celebrato con ortodossi, cattolici, pentecostali e orientali, con le chiese riformate,... ognuno a modo suo. Ho visto che il cristianesimo prende le ferite dell'umanità sul serio e denuncia la guerra, il razzismo, la violenza, l'ingiustizia... Ho portato con me il dolore di coloro che sono stati colpiti, ad esempio i giovani dell'Ucraina e della Russia, o i giovani del Pacifico, dell’Africa e America Latina. Voglio pregare intensamente per tutti loro. Porto dentro di me la speranza e la solidarietà che ho sentito da tante persone, senza dimenticare la responsabilità di ciascuno per l'ecologia, la giustizia, la pace, la riconciliazione e l'unità. Spero che ciò che abbiamo vissuto in Assemblea venga tramandato. Che tutto sia di tutti".
Ella Blaser, (ex-membro del consiglio parrocchiale), Niederglatt: "Ho vissuto la Chiesa in una sua dimensione mondiale proprio da vicino, anche se alcuni incontri erano una grande sfida per me.
Durante le funzioni mi sono commossa alcune volte profondamente. A più riprese ho avuto incontri spontanei, ad esempio con un’aiutante nella distribuzione del cibo che di professione era pastoressa. - Tornando a casa, sento una pace interiore, una speranza e una grande gratitudine.
Porto con me la parola: inclusione, per i vari tipi di incontro, per non escludere nessuno".
Un membro del consiglio della parrochia di Zurigo: "Tra i partecipanti c'era tanta apertura, nonostante le immense differenze culturali e funzionali. Che speranza, sperimentare tanti cristiani da tutti i continenti! Nei workshop tematici abbiamo ascoltato esperienze concrete, su argomenti quali: popolazioni indigene, donne, guarigione/perdono, giovani, ambiente, ecc. Tante conversazioni personali si sono svolte durante le pause, in coda, con laici ed ecclesiastici. - Di ritorno a casa, mi è "volato" un testo di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari: "Gesù crocifisso e abbandonato è la chiave del difficile dialogo tra cristiani separati...". È un dialogo che richiede un amore basato sulle parole di Gesù: "Amatevi come io vi ho amato". Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici". (Gv 15:12-13) Questo mi incoraggia a continuare.
Ursula Müller-Weigl, pastoressa riformata, di Arosa: "Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che è stato posto: Gesù Cristo". (1 Cor 3, 11) A Karlsruhe ho sperimentato come le persone più diverse abbiano cercato strade comuni, sottolineando ciò che avevano in comune in Cristo: il suo amore, che vede persone sempre provviste di dignità, invece di vittime e aggressori, la sua promessa di affidarci la responsabilità della creazione come base per una vita stabile e pacifica. - A casa, voglio portare avanti questo spirito fraterno di speranza. Sono incoraggiata dal fatto che circa 4000 altre persone, da qualsiasi parte nel mondo, stiano facendo la stessa cosa a modo loro, basandosi sulle stesse fondamenta".
Il workshop del Movimento dei Focolari era intitolato: "L'unità come stile di vita", con l'esempio del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani.
Diamo la parola ad un rappresentante musulmano: "Tra i partecipanti c'erano scettici che non vedevano il senso del dialogo con i musulmani. Però dalle testimonianze è emersa l'importanza di questo dialogo, che è un sentiero irto di ostacoli, con suggerimenti concreti che non devono essere tralasciati. È così che possiamo costruire la fraternità e la pace. I vari feedback hanno dimostrato che abbiamo raggiunto abbastanza bene queto scopo, di sicuro con l'aiuto di Dio".
Per informazioni più approfondite, si può visitare il sito web dell'Associazione Chiesa Evangelica Riformata in Svizzera o per il Consiglio Mondiale delle Chiese: https://www.oikoumene.org
Dall'8 al 15 gennaio ha avuto luogo la Settimana di preghiera per l’Alleanza Evangelica Mondiale (Chiese libere) ; e ora, dal 18 al 25 gennaio, la settimana per unità dei cristiani.
Che queste testimonianze ci incoraggino a creare nuove amicizie all'interno della nostra chiesa e tra le Chiese.
Chiedendo lo Spirito Santo, accompagniamo gli oltre 4.000 rappresentanti del CEC (consiglio ecumenico delle Chiese) nei loro impegni preziosi.
Vroni Peier
Articolo apparso in: ‘reformiert lokal’, Kreis 6, Zurigo – gennaio 2023